[PENITENZIARI] ESITO INCONTRO CAPODIPARTIMENTO DAP

Roma -

ESITO INCONTRO CAPODIPARTIMENTO DAP

Si è svolto giovedì 4 giugno il previsto incontro con il nuovo Capo  Dipartimento DAP.

L'incontro è da considerarsi preliminare ed introduttivo, il dott. Petralia ha voluto porgere i saluti ai dipendenti e alle organizzazioni sindacali nel poco tempo a diposizione visti anche gli incontro con il Sottosegretario e il Ministro.

La USP PI Penitenziari ha ricambiato il saluto e formulato i migliori auguri per il nuovo incarico, nel breve intervento è stato posto l'accento sui problemi dei lavoratori del comparto funzioni centrali e sulle difficoltà che si stanno incontrando in merito al forzato rientro sul luogo di lavoro e la conseguente revoca dello smart-working.

La scrivente O.S. ha inoltrato oggi un documento significativo sulle problematiche attuali, traccia per i futuri incontri.

USB PI Penitenziari  

 

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testo della lettera

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OGGETTO: Lavoratori funzioni centrali - Emergenza COVID-19: DPCM – Fase 2

La USB P.I., saluta e dà il benvenuto al Presidente Petralia, gli augura buon lavoro per il nuovo incarico, giunto in questo periodo difficile per il nostro paese e per il mondo penitenziario.

Prima di affrontare l’argomento dell’emergenza Covid si rende necessario fare un piccolo accenno alle difficoltà che i lavoratori Funzioni Centrali del DAP stanno affrontando da alcuni anni.

I dipendenti Funzioni centrali lo sappiamo, sono parte integrante del mondo penitenziario, lavorano non solo all’interno degli uffici del Dipartimento e dei Provveditorati, ma anche all’interno degli uffici degli istituti penitenziari: amministrativi, funzionari dell’organizzazione e delle relazioni, contabili e funzionari contabili, funzionari giuridico pedagogici, questi sono alcuni profili professionali che si muovono con competenza all’interno della macchina DAP.

A volte sembra, purtroppo, che tali lavoratori non siano più riconosciuti nella loro professionalità e forse dignità. Negli anni ’80 grandi battaglie sono state svolte per il riconoscimento della indennità penitenziaria come parte fissa dello stipendio ed ad oggi un contratto, non una legge, ha disconosciuto anni di lotta; i lavoratori del comparto funzioni centrali sono in numero ridotto, a causa delle mancate assunzioni, oltre che mortificati, sono stanchi continuano a lavorare solo per spirito di servizio, ma si trovano in grande difficoltà, difficoltà anche legate all’aspetto economico per esempio, ad esempio pochi straordinari riconosciuti, con l’unico sogno, per chi può, di andare in pensione.

Infine ricordiamo che siamo in attesa del nuovo accordo di mobilità, in quanto l’ultimo risale al 2009 con alcune modifiche nel 2013.

 

Purtroppo a tutto questo si è aggiunta l’emergenza COVID, ci corre l’obbligo, per questo, di ribadire alcuni punti urgenti di cui tener conto per la tutela del personale in questa così detta “fase 2” della pandemia da Sars-Cov-2.

In tutto il periodo di emergenza sanitaria come si è affermato più volte il lavoro agile dovrà continuare ad essere la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa.

La USB PI, chiede anche il pagamento dei buoni pasto e dello straordinario per i lavoratori in tale modalità ed ha rigetta qualsiasi ipotesi di cambio dell’orario di lavoro su turni e in modalità multiperiodale.

In ogni caso, per eventuali esigenze di lavoro in presenza si dovrà escludere dipendenti affetti da patologie degenerative, da malattie croniche dell’apparato respiratorio, titolari di permessi Legge 104, genitori su cui grava la cura e l’assistenza di figli in età scolare, oppure ancora chi per raggiungere il posto di lavoro deve prendere un mezzo pubblico.

Questa O.S. ribadisce la necessità e l'urgenza che l’Amministrazione Penitenziaria faccia una reale mappatura delle attività indifferibili, valutando anche quali, delle suddette attività possano essere svolte da remoto e quali necessitino la presenza in ufficio e assicurando prioritariamente la presenza del personale con qualifica dirigenziale in funzione del proprio ruolo di coordinamento, come specificato dalla circolare 2/2020 della Funzione Pubblica.

Tale mappatura, ribadiamo, non può pesare sulle spalle dei lavoratori, non basta far turnare i dipendenti (quindi dare un “finto” smart working con tre giorni di presenza a settimana in ufficio) per raggiungere l’obiettivo richiesto, che è, come già sottolineato, quello di individuare i servizi indifferibili che, probabilmente in questa seconda fase sono aumentati, ma non coincideranno sicuramente con tutti gli uffici di tutte le Direzioni Generali, i Prap e gli Istituti penitenziari.

Inoltre chiediamo nuovamente che, ogni stanza sia occupata da un solo lavoratore, indipendentemente dalla grandezza del locale. Questo per evitare che il dipendente sia costretto ad indossare la mascherina per tutta la durata dell’orario di lavoro. Qualora il locale lo permetta, potranno essere allestite più postazioni di lavoro, da utilizzare tuttavia in modo alternato.

I dipendenti dovranno ricevere in dotazione una mascherina chirurgica ed un paio di guanti per ogni giornata lavorativa in sede, tale dotazione dovrà essere consegnata in una confezione volta a garantirne l’integrità.

Analoga dotazione dovrà essere garantita ai lavoratori delle società appaltatrici (servizio di pulizia, manutenzione impianti, servizio di vigilanza, informatici delle società esterne ed ad eventuali lavoratori esterni e/o ai volontari che dovessero accedere negli II.PP.) qualora tali società non dovessero ottemperare ai loro doveri.

Ai dipendenti che si recano nelle sedi, all’ingresso, dovrà essere misurata la temperatura corporea . Qualora fosse rilevata una temperatura di almeno 37,5°C l’accesso presso le sedi di lavoro sarà negato e bisognerà effettuare gli accertamenti del caso. Analoga previsione deve essere fatta per il cittadino utente che si reca presso le sedi per chiedere informazioni o nel caso di parenti dei detenuti per accedere ai colloqui.

I locali e le postazioni di lavoro, compresi computer e telefono, gli impianti di climatizzazione, dovranno essere igienizzati e sanificati, per garantire il massimo della sicurezza possibile. L’efficienza degli impianti di climatizzazione risulta fondamentale nell’attuale emergenza sanitaria considerato anche che, ci stiamo avvicinando alla stagione calda.

I bagni ad uso dei dipendenti dovranno essere puliti ed igienizzati almeno due volte al giorno, provvedendo quotidianamente anche alla loro disinfezione, mentre per i bagni ciechi si dovrà intervenire con scelte adeguate. I bagni dovranno essere dotati di carta usa e getta e di dispenser di gel disinfettante.

Gli ascensori dovranno essere utilizzati da un solo dipendente per volta, tranne il caso in cui possa essere garantita una distanza di almeno 1 metro elevando così la portata a due persone al massimo.

Le aree comuni dovranno essere continuamente arieggiate, mentre per quelle chiuse, senza possibilità di ricambio d’aria, dovranno essere previsti interventi con disinfettanti in grado di eliminare batteri, virus, muffe ecc.

In tutti gli spazi comuni dovranno essere disponibili dispenser di gel disinfettante, così come in prossimità di apparecchi di uso comune come: macchine fotocopiatrici, macchinette distributrici di caffè, bevande e cibo. Si dovrà provvedere a delimitare gli spazi intorno a tali apparecchi così da assicurare sempre il distanziamento di almeno 1 metro.

Nei locali adibiti a bar/mensa si dovranno rispettare le indicazioni di distanziamento contenute nelle disposizioni governative, provvedendo a delimitare gli spazi anche attraverso apposita segnaletica e gestendo il flusso delle persone se necessario attraverso la prenotazione.

Si ribadisce l’importanza degli interventi informativi e formativi ai dipendenti, così da permettere a tutti i lavoratori di ottemperare alle proprie funzioni con consapevolezza ed accortezza, non solo rispetto ai rischi di diffusione del virus ma anche con riferimento al lavoro agile emergenziale dal proprio domicilio.

I documenti di valutazione dei rischi e di valutazione dei rischi d’interferenza dovranno essere aggiornati, così da comprendere il rischio da Covid-19 tra le malattie professionali come da indicazioni dell’INAIL.

Infine, sollecitiamo un attenzione, sugli istituti della semilibertà e degli art 21 di cui i detenuti aventi i requisiti di legge godono su tutto il territorio nazionale, se da un lato occorre garantire questi benefici di legge, bisogna comunque prestare la massima attenzione ai rientri in carcere di tali detenuti per garantire la salute dei lavoratori e dei detenuti stessi.

 

In attesa di sollecito riscontro, si porgono cordiali saluti.

Roma, 3 Giugno 2020 Coordinamento USB PI PENITENZIARI

(Giovanni Scialdone)