DEMOCRAZIA SFREGIATA: I sindacati di sangue BLU, non ammettono il DISSENSO e confermano i Criteri delle passate progressioni.

Roma -

Giovedì 10 gennaio 2019 si è consumata l’ennesima farsa ai danni dei lavoratori da parte di quei sindacati che si spacciano per paladini degli stessi.

La scena pietosa cui abbiamo dovuto assistere, nell’evidente imbarazzo dell’amministrazione, si è vista quando la parte pubblica ha dato la parola ad USB: in quel momento i rappresentanti di CGIL-CISL-UIL-UNSA e COFINTESA si sono alzati e sono usciti dalla stanza.

Il motivo è dato dal fatto che USB non ha sottoscritto quel pessimo CCNL – funzioni centrali e pertanto, così come previsto dall’art. 7 del predetto contratto, non ha diritto a sedersi al tavolo delle trattative a livello decentrato.

A ben vedere l’art. 40 del decreto legislativo 165/2001 al comma 3bis sancisce che “…..la contrattazione collettiva integrativa si svolge sulle materie, con i vincoli e nei limiti stabiliti dai contratti nazionali, tra i soggetti e con procedura negoziali che questi ultimi prevedono; ……”.

Pertanto l’infame clausola non discende da una legge, ma è frutto della volontà delle sigle sindacali maggioritarie, le quali evidentemente non amano il contraddittorio e men che mai ammettono il dissenso.

In ogni caso la riunione verteva sulle nuove progressioni economiche 2018 e nonostante la USB abbia puntualmente rappresentato all’Amministrazione le lamentele raccolte dai tantissimi lavoratori vittime delle ingiustizie e incongruenze dell’accordo precedente, consegnando le numerosissime petizioni pervenute, il nuovo accordo sottoscritto rispecchia in toto il vecchio bando.

Evidentemente ai sindacati firmatari non interessano le richieste della base. Anzi, come meglio hanno tenuto a sottolineare, quella firma la vogliono quei lavoratori che attraverso la tessera sindacale e il voto espresso nelle ultime elezioni RSU gli hanno conferito loro la maggioranza.

Di fronte a tanta arroganza e tracotanza la differenza la possono fare i lavoratori decidendo da che parte stare.

La USB continuerà a stare dalla parte dei lavoratori “senza se e senza ma”.