AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA E MINORILE: BISOGNA CAMBIARE ROTTA

Nazionale -

La Ministra della Giustizia Cartabia ha incontrato le OO.SS, in videoconferenza il 7 luglio.

All'ordine del giorno, in particolare, quanto accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nell’aprile dello scorso anno.

La USB ha stigmatizzato con forza tali accadimenti, purtroppo non isolati, in quanto inaccettabili e incompatibili con la Legge e non in linea con i dettami della Costituzione. USB ha ribadito inoltre che ogni volta che si verificano violazioni alla dignità delle persone ristrette vi sono almeno tre parti lese: lo Stato - le persone ristrette - ed il corpo di polizia penitenziaria.

Si è chiesto di intervenire sull’organizzazione complessiva del sistema penitenziario da troppo tempo carente di risorse umane e necessitante di adeguamenti che consentano di stare al passo con le necessità tecnologiche che, in particolare la pandemia, ha reso indispensabili.

Abbiamo invitato la Ministra a comparare tre numeri: 733 funzionari di area pedagogica su una ridicola pianta organica di 896; 61.000 detenuti, 37.000 poliziotti penitenziari.

La carenza di personale amministrativo, cosiddetto di supporto, esperti psicologi, criminologi non consente una implementazione di quel modello di giustizia riparativa tanto caro alla Ministra Cartabia.

La USB ha ribadito la necessità di richiamare alla memoria il concetto di "carcere trasparente" e di renderlo praticabile nuovamente, attraverso strategie comunicative e di marketing. La Comunità deve entrare in carcere, offrendo opportunità di lavoro per le persone ristrette, occasioni di formazione e riflessione, perché è l'inedia e l'abbandono che possono contribuire a creare un clima teso e pesante, generatore di possibili conflitti.

Né il personale del Comparto Ministeri, né quello del Comparto Sicurezza può vivere quotidianamente e costantemente nel malessere organizzativo, per responsabilità del Datore di Lavoro che non considera che il benessere organizzativo è sua precipua responsabilità manageriale.

Il personale necessita di percorsi comuni di formazione, nel rispetto delle diverse competenze, ma nella considerazione che solo linguaggi condivisi possono condurre ad un unico obiettivo.

Quale Giustizia immagina la Ministra Cartabia per il suo Dicastero e per i cittadini, siano essi lavoratori o ristretti che vivono oggi le carceri?

La USB ritiene che il carcere non possa più essere considerato un altrove e un luogo separato nel sistema della giustizia riparativa, se l'Italia intende perseguire l'obiettivo di essere in linea con i migliori modelli di probation a livello europeo.

La USB ha confermato alla Ministra Cartabia la nostra disponibilità al confronto anche attraverso la costituzione di tavoli permanenti stante la gravità della situazione.

Abbiamo tuttavia ribadito che USB vigilerà, come ha sempre fatto, che i diritti delle persone ristrette e del personale che opera negli istituti, ma anche nell'area penale esterna, quest'ultima a garanzia della corretta comunicazione fra il Dentro e la Comunità, vengano rispettati e preservati.

Roma 13 Luglio 2021

 

USB PI DGMC

USB PI Penitenziari