INTERVENTO SIU CIRCUITI PENITENZIARI REGIONALI

In Allegato il testo dell'intervento.

L’Unione Sindacale di Base ringrazia l’Amministrazione Penitenziaria per la convocazione della data odierna, sul tema dei Circuiti Penitenziari, ma deve purtroppo constatare che essa non solo è tardiva, ma anche completamente carente di adeguata informativa sui conseguenti aspetti organizzativi, su cui le Organizzazioni Sindacali non solo non sono state messe al corrente, tantomeno ascoltate sulle possibili azioni da intraprendere e su livelli organizzativi da implementare.

Per quanto riguarda i circuiti penitenziari regionali, si vogliono fare le solite nozze con i ,soliti fichi secchi – oramai diventati stantii -. Infatti se é assolutamente condivisibile la necessità di differenziare i circuiti (realtà peraltro esistente già in molti paesi europei), tuttavia non si rimuovono le cause dell’attuale inefficienza / inefficacia dell’intero sistema. In particolare:

Si continua a distaccare il personale tutto (comparto ministeri e sicurezza) nelle regioni del centro sud, senza reali motivi, e comunque quando sono presenti delle ragioni valide,esse sono utilizzate solo per accontentare il politico o il sindacato di turno;

• Non si tiene conto delle condizioni di lavoro né del personale della Polizia Penitenziaria, né tantomeno di quello del comparto Ministeri, al quale ancora oggi viene detto che non ci saranno diminuzioni di organico, anche se il governo ha affermato a chiare note che, per quanto riguarda l’ Amministrazione Penitenziaria le decisioni sono ancora tutte da prendere, e quindi prima o poi arriverà anche su di noi la scure dei tagli.

Figuriamoci se in questo contesto si tiene conto delle esigenze dei detenuti, anche se in loro nome e con l’illusione ipocrita dell’attuazione del Dettato Costituzionale si mettono in campo azioni che nulla hanno a che vedere con la funzione rieducativa della pena: vogliamo parlare dei progetti presentati (da soggetti terzi all’Amministrazione) che servono solo a chi li fa, non portano alcun giovamento ai detenuti, ma fanno intascare tanti bei soldini a chi li presenta?

• Vogliamo parlare del cosiddetto piano carceri, che è servito soltanto a foraggiare imprese edili e, nella creazione dei famigerati padiglioni all’interno degli Istituti, a togliere spazi vitali ai detenuti già stretti come sardine?

• Ma l’organizzazione interna degli istituti, perché non si tocca? Perché non si pensa ad una gestione diversa del sopravvitto? E delle telefonate? Questo, per esemplificarne qualcuno. E qui gli esempi potrebbero diventare tanti, ma non sembra esserci la minima volontà politica di fare cambiare sul serio le cose…. Perché esse trovano fondamento sugli interessi particolari dei singoli operatori, o di un particolare comparto, ma non della collettività penitenziaria

• E dell’ Istituto di Laureana di Borrello, che avete chiuso per compiacere qualche sindacato, che ne fate, quando avete aperto senza personale il carcere di Reggio Calabria -Arghillà?

• E per quanto attiene ai Circuiti Penitenziari, avete pensato ad un circuito di genere che riguardi le donne (e perché no anche i transessuali)? La bella scusa, perché di scusa si tratta, è la territorializzazione della Pena. Ma questo criterio viene messo in campo quando non si hanno altri argomenti da portare e nulla deve essere cambiato. Già negli anni 80 il Coordinamento degli Educatori si batteva per la realizzazione della territorializzazione della pena ma, ancora oggi, a parte le affermazioni retoriche non viene preso quasi mai in considerazione… e tantomeno si tiene conto delle problematiche esistenti in ordine alla detenzione femminile, per la quale la Direzione Generale Detenuti ancora nel 2005 ha condotto uno studio.

Sono stati portati solo alcuni argomenti, ma ve ne sono sicuramente altri e pesanti…..e voi lo sapete, ma non fate nulla per cambiare.

State proponendo una ristrutturazione del DAP che non tiene conto di nulla e non rispetta il personale e le sue organizzazioni. Sembra quasi che vogliate dare un segno di estremo attivismo in un periodo estremo, quasi che vi tremi la sedia sulla quale sedete e sembrerebbe che vogliate fare un colpo di mano tale che non sia possibile poi tornare indietro in tempi brevi, anche perché – sembrerebbe – che questo dovrebbe farvi acquistare punti per la vostra permanenza al DAP. Questo sulla scia dell’On.le Ministro, che dopo aver passato un anno a non fare nulla di rilevante né significativo, anzi a fare dichiarazioni che non Le fanno onore (basti pensare che di Poggioreale ha detto che è luminoso e ordinato) se ne va in questo ultimo periodo a fare il tour della Sicilia, implicitamente proponendosi per la prossima legislatura o per qualche altro incarico prestigioso.

Questo Vertice sta accorpando i Provveditorati e gli istituti non per risparmiare dirigenti, ma per consentire a quelli che hanno un posto al calduccio di rimanervi, infischiandosene delle effettive necessità del sistema andando anche contro la legge perché è illusorio pensare che un Dirigente da solo possa espletare le sue funzioni in due, tre Istituti nei quali sarà solo presente il Commissario, che è portatore – tranne rarissimi casi - solo delle istanze di sicurezza e che comunque non è la figura deputata dalla legge a dirigere gli Istituti. Questo farà sì che negli istituti più piccoli, dove sarebbe necessaria la presenza di preminenti istanze trattamentali, sarà paradossalmente predominante la sicurezza. E tutto questo alla faccia della legge e dei circuiti regionali.

E i nuovi Dirigenti Generali da nominare, dovrebbero essere i funzionari capaci di garantire il cambiamento. Dai nomi che circolano sembrerebbe essere privilegiato il criterio della fedeltà a questa Dirigenza, e delle parentele amiche sia familiari che politiche. Un criterio usato, nella storia del DAP, da un certo momento in poi, che nulla ha a che fare con la managerialità e la correttezza o ancor più con il merito..

Infine mezza parola per quanto riguarda l’Esecuzione Penale Esterna, che da sei mesi è priva di Direzione Generale, soprattutto dopo gli ultimi due Dirigenti Generali, che per la loro incompetenza hanno distrutto quello che c’era, e oggi è completamente allo sbando perché in mano a rampanti che non hanno una visione complessiva delle situazioni, ma operano solo per la propria sopravvivenza mettendo in campo politiche di corto respiro. Ciò in un momento in cui dal Ministro in giù non si fa che parlare dell’ampliamento delle misure alternative e dell’introduzione di pene alternative.

Si stanno ponendo i presupposti per la definitiva eliminazione del settore, che senza mezzi né personale continua, nonostante tutto, ad andare avanti subendo le vessazioni e le umiliazioni che derivano da questo stato di cose.

Tutto questo si denuncia non tanto perché abbiamo la speranza che questa Dirigenza si accorga che il bene dell’Amministrazione non sta nelle scelte che si stanno facendo, ma perché abbiamo la consapevolezza che, in un gioco perverso, si sta cercando di consolidare scelte sicuramente non in linea con la correttezza istituzionale e sicuramente al di fuori del dettato costituzionale.