Nota A verbale alla riunione del 10 Giugno

Roma -

Nota a verbale della riunione del 10 giugno 2010

 

La RdB P.I. – USB non sottoscrive il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo del personale non dirigenziale del Ministero della Giustizia, per il quadriennio 2006/2009, perché non rispondente alle legittime aspettative, professionali e salariali, dei lavoratori.

 

In particolare, per l’Amministrazione Giudiziaria, il nuovo sistema di classificazione del personale:

 

cancella definitivamente ogni possibilità di garantire una “vera” progressione di carriera - giuridica ed economica - a tutti i dipendenti, che si dovranno accontentare, diversamente da quanto già da tempo assicurato alla maggioranza dei lavoratori dello stesso comparto ministeri, di un semplice passaggio di fascia retributiva all’interno dell’area professionale di appartenenza;

nega, nonostante gli impegni assunti dallo stesso Ministro Alfano di reperire i necessari finanziamenti, i passaggi di area a tutto il personale attualmente inquadrato nelle posizioni economiche A1 e B3 (ausiliari e cancellieri, ufficiali giudiziari, esperti informatici, ecc.), ai quali dopo anni di promesse e di “sfruttamento” verrà attribuito una semplice progressione economica; ciò anche in violazione del nuovo modello contrattuale che impone la ricomposizione nell’area superiore di tutti i profili professionali collocati su due distinte aree;

dequalifica e demansiona tutto il personale attraverso un ordinamento professionale che si limita a riesumare antichi profili, aumentando o sottraendo attribuzioni (es. assistenza all’udienza, chiamata di causa, ecc.), senza introdurre e/o potenziare le professionalità necessarie a garantire un più moderno sistema di lavoro ed al passo con le innovazioni tecnologiche.

 

Il Fondo Unico di Amministrazione viene quasi completamente prosciugato per finanziare le progressioni economiche nell’ambito dell’area professionale di appartenenza a scapito dell’appetitoso premio di produttività collettiva per anni distribuito indistintamente a tutto il personale giudiziario: il passaggio alla fascia retributiva immediatamente superiore, per una buona parte dei dipendenti, equivale a circa il 50% del salario accessorio corrisposto negli anni precedenti nelle forme della produttività collettiva.

Le somme residue, dopo l’ulteriore pagamento del lavoro straordinario e delle particolari posizioni di lavoro (turnazioni, reperibilità, maneggio valori, guida automezzi, assistenza in udienza, chiamata delle cause in udienza, ecc.) verranno utilizzate per remunerare l’apporto individuale dei dipendenti in base a criteri di valutazione e di merito che, a nostro parere, avranno il solo “pregio” di dividere il personale e favorire il più becero clientelismo.

In definitiva un pessimo contratto integrativo approvato:

con una modalità ed una tempistica di dubbia legittimità al punto da rasentare la farsa;

impedendo alla RdB P.I.e alle altre OO.SS. che hanno chiesto il rinvio di entrare nel merito dell’articolato;

in spregio delle minime regole di democrazia poiché non si è tenuto conto della volontà della maggioranza sindacale e dei lavoratori;

tagliando i salari dei lavoratori;

peggiorando le condizioni di vita lavorativa oltre che quelle economiche dei dipendenti;

non affrontando e non risolvendo le migliaia di contraddizioni in cui si dibattono i lavoratori;

ignorando completamente le necessità di un’amministrazione moderna che doveva dotarsi di figure professionali al passo con i tempi piuttosto che rispolverare il vecchio.

 

 

Per l’Amministrazione Penitenziaria, il nuovo sistema di classificazione del personale mortifica le professionalità del trattamento, in particolare Educatori e Assistenti Sociali, per i quali si cambia il nome ma non si tiene conto delle competenze previste dalla legge.

 

 

Roma 10 giugno 2010