LETTERA APERTA AL SEGRETARIO DEL SIDIPE DOTT. ENRICO SBRIGLIA

Dott. Sbriglia,

I direttori di carcere – pardon dirigenti - non si smentiscono mai: da sempre hanno tirato acqua al loro mulino, ed ancora cercano di realizzarlo facendo- come al solito - intravedere lucciole per lanterne, nella convinzione che altri da loro hanno l’anello al naso.

Hanno voluto ed ottenuto la legge Meduri, con la quale si sanciva la loro “superiorità culturale” (e, non dimentichiamocelo, soprattutto economica!!!!), per cui alla loro CASTA sono riservati tutti privilegi: l’accesso alla dirigenza ope legis senza concorso, anche per quelli che non avevano mai messo piede in Istituto, un buono stipendio, lo scivolo di un anno ogni cinque,le ferie maggiorate, e.. soprattutto dobbiamo assistere oggi alla vergogna che gente imboscata pretende di non andare in istituto. Sono più di 500 i Dirigenti, e gli Istituti sono appena 210 più 50 UEPE circa, e non si trova chi possa andare ad occupare sedi periferiche perché si stanno inventando di tutto e di più per non muoversi dalle nicchie di comodo che si sono trovati. Ma soprattutto stanno cercando di avere il contratto che sia migliorativo in termini economici e giuridici, non contenti di quanto hanno già ottenuto in barba ai tagli degli aumenti contrattuali del personale del comparto ministeri, ai tagli degli aumenti contrattuali del comparto sicurezza, e che cosa si sono inventati per acquisire numeri al fine di fare ulteriore pressione, posto che le loro masse urlanti non bastano più?

Benignamente da bravi feudatari consentono al popolino minuto, da sempre misconosciuto, e da sempre trattato a botte in faccia, di accedere al loro sindacato.. e cosa promettono in cambio? La possibilità, per chi ne ha i titoli, di entrare nella carriera dirigenziale……. Va detto che questa possibilità è quanto mai remota, visto l’alto numero di dirigenti, che anche se è vero che non vogliono andare a lavorare in carcere, tuttavia ci sono……

D’altro canto possiamo mai dimenticare che questa legge ha impedito a quanti erano stati riqualificati nell’ambito della professionalità dei cosiddetti direttori dell’organizzazione e delle relazioni di accedere alla Dirigenza perché non facevano parte della CASTA…..ed erano pervenuti alla qualifica di CIP attraverso la riqualificazione ?

Possiamo dimenticare che la Dirigenza penitenziaria continua a ignorare che i”cosiddetti direttivi” lo sono in virtù del CCNL del Comparto Ministeri che – ohibò – è legge dello Stato, così come lo è la loro Meduri?

Possiamo dimenticare che i Direttori reggenti UEPE sono stai impediti di rientrare in quella legge, anche se dirigevano da anni Uffici importanti, mentre sono stati elevati al rango di Dirigenti personaggi che dirigevano uffici minimali, solo perché appartenevano alla “ casta dei concorsuati”?

Possiamo dimenticare che i Dirigenti di Area 1 sono stati costretti a fare concorsi e ad essere trattati in modo diverso dalla Dirigenza penitenziaria perché neanche loro appartenenti alla CASTA?

Possiamo dimenticare le proteste ed i ricorsi perché ai Dirigenti di Area1 educatori sono stati assegnati gli Uffici del Trattamento dei PRAP, posto che quello –si diceva- doveva essere un posto riservato ai Dirigenti Penitenziari?

Questa Dirigenza non può pensare di includere i “cosiddetti direttivi”: perché culturalmente CASTA - (Totò diceva “La casta è casta e va sì rispettata”) quindi prevalentemente chiusa in se stessa, incapace di aprirsi alle istanze diverse dal loro interesse: l’apertura viene proposta perché essa da sola non è in grado di aprire la stagione contrattuale ed ha bisogno di numeri.

Innanzitutto va rilevato che quelli che loro chiamano i “cosiddetti direttivi” almeno hanno fatto un corso di riqualificazione, superando delle prove, mentre i Dirigenti, perché unti dal Signore, non le hanno fatte; non solo, ma ancora oggi continuano a mettere in dubbio, con le frasi usate anche nella proposta di integrazione nel sindacato, il merito ed i risultati raggiunti.

Parlare di intellighenzia penitenziaria è offensivo per chi, come tutti i lavoratori del Carcere da sempre ha cercato di fare culturalmente un balzo in avanti -naturalmente a proprie spese, e per troppe volte è stato irriso appunto dagli stessi Dirigenti, che hanno sempre tenuto in stato di mortificazione chiunque facesse proposte motivate, anche le più sensate, preferendo non interloquire, se non in termini di sicurezza spicciola, determinata il più delle volte da una ignoranza sostanziale delle dinamiche umane.

Caro Sbriglia questa proposta è uno specchietto per le allodole.

Innanzitutto perché, come è stato detto più sopra, essa sottende il vostro interesse particolare di questo momento e evidenzia ancora una volta spregio sostanziale per i “cosiddetti direttivi” che dovrebbero aderire alle vostre proposte di far parte di un’unica “intellighenzia”.

Non è credibile l’apertura ai dipendenti interni del 50% dei posti disponibili perché c’è un surplus di dirigenti ed i concorsi li vedremo…alle calende greche….

Non è credibile la proposta di accesso alla vice-dirigenza, perché essa è bloccata per tutte le amministrazioni dello stato.

Infine, ciliegina sulla torta, la proposta di addivenire ad una riforma organizzativa del personale sulla falsa riga di quanto avvenuto per i Vigili del fuoco: la fregatura sta proprio qui: i Vigili del Fuoco sono stati inglobati nel comparto sicurezza…a costo zero!!!!! Quindi da questo evento ne hanno avuto solo gli obblighi e non i benefici (scivolo di un anno ogni cinque,ferie,malattie, e.. soprattutto stipendi).Se proposta in questo senso deve essere avanzata, essa deve essere credibile, perché vi sia la possibilità che venga esaminata

 

QUESTA NON E’ CREDIBILE. Se ne farete una sensata e, soprattutto rivolta a tutto il personale penitenziario, la esamineremo.

 

Infatti v’è di più…non si parla di quanti appartengono alla prima e seconda area, che svolgono lavori impegnativi e necessari allo sviluppo degli Istituti e Servizi e sulle cui spalle grava il lavoro delle qualifiche superiori. Ma nella vostra proposta si parla solo della terza. Dobbiamo quindi curarci solo di chi appartiene a quest’ultima, quindi all’intellighenzia?

Come potevamo sperare dalla CASTA una proposta realistica e decente?